MIA Fair 2025

con gli artisti

Diego Dominici, Riccardo Bandiera, Karina Chechik e Tim White

Dal 20 al 23 marzo 2025

11:00 – 20:00

Superstudio Più

Via Tortona 27, Milano


Descrizione del Progetto: 

L’allestimento della galleria Febo e Dafne di Torino per l’edizione 2025 del MIA vuole comunicare con il pubblico, raccontare la quotidianità degli artisti attraverso le loro fotografie. La fotografia si fa strumento per riportare le variegate sensibilità degli artisti, le loro visioni. Talvolta sono rese in immagini che diventano occasioni di evasione, altre indicano quello che c’è sotto la superficie delle cose, altre propongono interrogativi che invitano alla riflessione e al dialogo.

Il complesso momento storico, la quotidianità alterata da vicende globali critiche, è il pretesto per passare in rassegna alcuni elementi della realtà, proposti sotto una lente non neutra, quella della sensibilità dell’artista. Allo spettatore il compito di individuare le proprie risposte, creando un confronto con le opere degli artisti e i suoi pensamenti e motivazioni.

Diego Dominici, nella serie Empty spaces, la fotografia supera il limite delle sue dimensioni. Gli spazi vuoti rappresentano il fondamento del nostro comunicare; una pausa musicale, un solco tra due parole o i silenzi di una conversazione si qualificano come un invisibile presente, strutturali del nostro sentire, costitutivi del nostro essere. L'artista mette in rilievo gli spazi vuoti della vita, generatori di movimento, necessari alla visione d'insieme. Gli strappi della carta vanno letti come l'esigenza di ritrovarsi, riappropriandosi di un silenzio pacifico di cui necessitiamo per essere liberi.

Riccardo Bandiera porta anche la serie Nantes Lubricis Pelagi dove le ninfe del mare abbandonano le acque per dare luogo a un progetto più introspettivo e legato a una dimensione autobiografica. Nel periodo pandemico le limitazioni di movimento hanno alterato profondamente abitudini e stili di vita. Nell'impossibilità di fruire del mare, anche se situato a breve distanza, l’autore ha dato vita a una serie di fotografie in cui le swimmer girls risultano prive del loro habitat d'elezione per “nuotare in un mare instabile”, traduzione letterale del titolo in latino. 

Tim White-Sobieski presenta la serie Terminal che riguarda le transizioni emotive e fisiche delle nostre vite. Creata subito dopo l’11 settembre newyorkese, questa serie di video e fotografie è stata influenzata dall’inconcepibile terrore umano di cui l’artista fu testimone (poiché il suo studio si trovava nel raggio di due isolati dalle Torri Gemelle). Terminal mostra dei paesaggi psicologici (mindscape), all’interno di una struttura immaginativa sul tempo passato in un terminal aeroportuale, piuttosto che riguardare solamente la metafora della partenza. Le riprese aeree sono state fatte su New York pochi giorni dopo l’11 settembre. Guardando la visione notturna di New York City, era  d’ispirazione pensare che dietro ad ogni luce c’erano la vita e la casa di qualcuno. Nonostante tutti i riferimenti storici, le riprese si sono rivelate liriche, tranquille e bellissime in cui la parola “terminal” ha acquistato un altro significato, quello che descrive una malattia avanzata con basse aspettative di vita. Le vite di migliaia di persone, terminate tutte in una volta durante l’attacco dell’11 settembre, sono diventate luci e stelle nelle opere di White-Sobieski che dialogano con tutti noi.

Bio degli artisti

Riccardo Bandiera è nato nel 1973 e vive a due passi dal mare, in Liguria.

Fotografo freelance, professionista iscritto alla TAU Visual. Ha esposto a Barcellona, Bruxelles, Rotterdam, Arles, Torino, Genova, Roma, Monaco di Baviera, Adria, in collettive e personali. 

Negli anni ha vinto numerosi premi, tra cui: il premio per gli artisti più meritevoli nel 2013 a Paratissima per il progetto “Non affoghi nel fiume…”, premiato anche nel 2015 in occasione di una Biennale tenutasi al Museo Galata del Mare di Genova; il primo premio alla Biennale d’arte contemporanea di Salerno con il lavoro “Anedonia” nel 2016; il terzo premio per la mostra Nowart presso la galleria InArte di Bergamo dal critico e curatore Denis Curti. Nel 2017 ha partecipato al Voies Off di Arles, durante i Rencontres, esponendo alcune opere tratte da “Atlas Over Arteries” a Torino. Per Febo e Dafne ha partecipato alla collettiva Mutabilità a maggio 2024, ha realizzato la sua prima personale a Torino con la mostra “Dove tu piangi e non sai di che.” nel 2023 e ha partecipato a diverse fiere d’arte negli anni scorsi.

Diego Dominici, classe 1980. Laureato in Filosofia, Diego Dominici si avvicina alla fotografia spinto da una passione viscerale. Nel 2008 inizia a lavorare nell’ambito della fotografia di eventi e commerciale a livello nazionale e internazionale.

Attualmente, vive e lavora a Torino, affiancando alla propria professione la continua ricerca fotografica in ambito artistico. Sono passati 14 anni dalla sua prima esposizione in una collettiva, negli ultimi mesi vi è una personale presso il Polo del ‘900 a Torino e la pubblicazione sulla rivista d’arte e letteratura “Graphie” nel mese di marzo.

Per Febo e Dafne ha partecipato alla collettiva Mutabilità a maggio di 2024, alla mostra personale Dasein inaugurata a maggio 2022 e precedentemente una doppia personale in dialogo con Stefano Stranges Il Senso della (R)Esistenza di giugno 2021. Inoltre ha partecipato a diverse fiere d’arte negli ultimi anni.

Tim White-Sobieski è un artista multimediale e designer americano, noto per il suo lavoro innovativo nell'arte contemporanea, che include installazioni luminose, video arte e sculture su larga scala. I suoi progetti fondono tecnologie moderne con narrazioni concettuali, trasformando spesso spazi urbani e punti di riferimento culturali.

Le sue opere spaziano tra discipline come fotografia, cinema, installazioni artistiche, pittura, incisione, scultura, architettura, design d'interni e arte pubblica, mettendo in mostra uno stile distintivo che integra elementi luminosi e multimediali. White-Sobieski ha esposto a livello internazionale in musei e gallerie, rimanendo una figura di spicco nell'arte e nel design per la sua capacità di unire tecnologia e visione artistica.


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